Sri Lanka – Parte II

Salve amici e fedeli lettori del blog! Rieccomi per la seconda parte sullo Sri Lanka.

Metto direttamente le foto e vi racconto.

Turisti si avviano verso la roccia-fortezza Sygiria, probabilmente il sito archeologico più famoso dello Sri Lanka. Dal terzo secolo a.C. nelle caverne della roccia si stabilirono monaci buddisti e verso la fine del V secolo sulla sommità della roccia si insediò per un paio di decenni la residenza reale. In seguito ritornò ad essere un monastero fino al tredicesimo secolo, dopodiché fu abbandonata e dimenticata, inghiottita dalla foresta.
Qui in basso si trovavano i giardini, con piscine e fontane irrigate da un complesso sistema idrico.

 

Una scimmia sulla salita verso la roccia. Ancora oggi lungo il cammino sono visibili alcuni splendidi affreschi (non era permesso fare foto) che ricoprivano gran parte della parete rocciosa.

 

Due grosse zampe di leone sono scolpite ai lati dell’entrata alla parte superiore della roccia, anche chiamata la “Roccia del leone”.

 

Ragazze dell’onnipresente scolaresca osservano il panorama dall’alto della roccia, dove si trovava la residenza reale.

 

Scimmia.

 

Il grandissimo stupa Rankot Vihara nell’antica città di Polonnaruwa.
Polonnaruwa fu scelta come capitale dai Chola, tamil provenienti dall’India del sud che invasero l’isola nel X secolo. Quando, dopo circa un secolo i Chola furono scacciati, Polonnaruwa rimase capitale del regno dello Sri Lanka per circa altri due secoli (XI – XIII), in cui raggiunse il massimo splendore come centro politico, religioso e commerciale. In seguito andò in declino fino ad essere inghiottita dalla foresta.
Le rovine coprono un’aerea abbastanza ampia (l’ho visitate in bicicletta) e consistono nella zona del palazzo reale, un paio di templi Indù dedicati a Shiva costruiti dai Chola e diversi templi buddhisti.

 

Signore scendono dal “Vatadage”, un complesso circolare con quattro entrate, ognuna con una statua di Buddha.

 

Lo stupa Kiri Vihara (Latte bianco).

 

Pescatori sulla spiaggia di Kalkudah, sulla costa est. Come dicevo nella puntata precedente, la zona est ha sofferto particolarmente la guerra civile, conclusasi solo una decina di anni fa, a cui si è aggiunta anche la devastazione dello tsunami del 2004. Per questo motivo il turismo non si è ancora sviluppato pienamente rispetto al resto dello Sri Lanka. In compenso si possono trovare spiagge deserte come ad esempio questa a Kalkudah, lunga diversi chilometri.

 


Sempre da est, un po’ più a nord, si trova la città di Trincomalee. Questo è Il tempio “Pathirakali Amman” dedicato alla Dea Bhadrakali. Come sapete nell’induismo gli dei sono spessi manifestazioni particolari di divinità maggiori, in questo caso si tratta di una manifestazione della Dea Parashakti, realtà assoluta, energia eterna e illimitata che trascende qualsiasi forma e concetto. Si manifesta anche come moglie di Shiva nelle forme di Durga, Parvati, o la terribile Kali (il tempo che divora tutto).

 

L’interno del tempio.

 

A un certo punto un bramino ha iniziato a suonare una campana assordante e poco dopo si è aperta la porta di una stanza in cui un sacerdote ha compiuto un rituale con una fiamma.

 

Le statue sul soffitto hanno un effetto quasi psichedelico, ci si perde nel caleidoscopio di immagini con i loro simbolismi millenari.

 

Per la città girano liberamente i cervi.

 

Studentesse.

 

Escursione col motoscafo per vedere le balene da Uppuveli, dove alloggiavo a pochi chilometri da Trincomalee. Quando sbucano dall’acqua è davvero emozionante, sono grandissime.

 

Altra coda di balena. Tenete presente che mi sono svegliato alle 6 di mattina per farvi le foto alle balene, poi dite che non vi voglio bene.
“Dekà sì però oltre alle code facci vedere pure una balena che salta!”
No, queste balene non saltavano, si inabissavano solamente, quindi non rompete.

 

Mare.
(La messa a fuoco in primo piano non è stata intenzionale, il motoscafo ballava in continuazione ed era facile sbagliare. Però mi piace così come è venuta.)

 

Infine, sono giunto ad Anuradhapura. Anch’essa è stata una delle antiche capitali del regno. E’ stata ed è tuttora uno dei principali centri del buddismo Theravada al mondo. L’antica città è strapiena di stupa e templi buddisti.

 

Buddisti.

 

Questo albero, il Sri Maha Bodhi, è stato piantato nientedimeno che nel 288 a.C.. E’ il più antico albero al mondo di cui si conosce con certezza la data in cui è stato piantato. Si dice che viene direttamente dall’albero in India sotto cui Buddha raggiunse l’illuminazione.

 

E infine sul picco di Minthale, a pochi chilometri da Anuradhapura, un luogo di pellegrinaggio dei buddisti con una spettacolare vista sulla pianura circostante.

 

Fedeli pregano davanti al grande Stupa principale. Sullo sfondo si vede la roccia Aradhana Gala da cui ho scattato la foto precedente.

 

Sul treno da Anuradhapura a Colombo era rimasto solo un posto libero ma era riservato “for clergy”, ho fatto lo gnorri e mi sono seduto. Fra l’altro con tutto lo spazio che ho dedicato al buddismo in queste due puntate almeno un posto a sedere me lo merito. Il novizio affianco mi è sembrato promettente però secondo me stava troppo tempo su WhatsApp. Non è così che si raggiunge il nirvana.

 

Ora mi trovo a Colombo e domani partirò dallo Sri Lanka per la prossima meta, che forse vi stupirà un po’.

Sri Lanka – parte I

Salve amici! Rieccomi per la prima puntata di un viaggio che durerà quasi quattro mesi e che molto probabilmente sarà, per vari motivi, l’ultimo viaggio lungo della mia vita. Non mi sono licenziato: l’azienda mi ha concesso 4 mesi, detti “sabbatici”, in cui potrò non lavorare (ovviamente non pagato) per aver raggiunto il quinto anno. Un risultato non da poco e di cui l’azienda non può che andar fiera visto che fino ad ora nessun’altra era riuscita a farmi resistere persino fino a due anni! C’è da dire che il sole e il mare di Malta hanno contribuito non poco a questo traguardo. Per lo stesso motivo, ho anche ricevuto in regalo un buono di 1250 euro da utilizzare per voli aerei. Quindi, a differenza degli altri viaggi lunghi, fatti prevalentemente seguendo un itinerario via terra, questa volta mi vedrete svolazzare come una gioiosa libellula da una petalo all’altro di questa parte di pianeta. Come vedete, anche il mio stile asciutto non disdegna di tanto in tanto qualche colorita metafora.
La prima tappa è lo Sri Lanka, ma non vi dico ancora quali saranno le prossime tappe, lo scoprirete solo viaggiando qui con me su Dekaro Diario! Se però volete raggiungermi fisicamente per un tratto di viaggio assieme, fatemi sapere.

Ora però non scappate per la solita “pillola storica”. Sarò breve. Lo Sri Lanka, ex Ceylon, è un’isola a sud dell’India, lunga 433 km e larga 244 km, con 21 milioni di abitanti.
In linea di massima, è abitata dai singalesi a sud-ovest, in prevalenza buddisti, e dalla minoranza tamil, a nord-est, in prevalenza induisti provenienti dall’India meridionale. Per secoli queste due etnie hanno convissuto, a volte pacificamente a volte facendosi guerra.
Nel XVI secolo è stata colonizzata dai portoghesi, circa un secolo dopo dagli olandesi e infine dagli inizi dell’800 dagli inglesi fino all’indipendenza del 1948.
Con la democrazia la maggioranza singalese ha potuto emanare leggi palesemente discriminatorie nei confronti della minoranza tamil, la quale ha iniziato un movimento indipendentista che ha portato in seguito ad una sorta di proprio Stato non riconosciuto, con proprie leggi, fisco, polizia, ecc…
Nel 1983 è iniziata una guerra civile per l’indipendenza guidata dalle Tigri Tamil (Tigri per la Liberazione del Tamil Eelam, LTTE), che ha utilizzato talvolta tattiche terroriste ed aveva oltre ad un esercito regolare addirittura una propria forza aerea con cui ha bombardato l’aeroporto di Colombo nel 2007.
La guerra civile ha martoriato soprattutto le zone del nord-est abitate dai tamil, a cui si è aggiunta anche la tragedia dello tsunami del 2004, con oltre 40.000 vittime e la distruzione di ampie aree della zona costiera.
Nel 2009 il governo ha sconfitto le Tigri Tamil e un paio di anni dopo ha rimosso lo stato di emergenza.
Bene, e dopo questa breve infarinatura, che tanto già so che volerà via dalle vostre teste come, appunto, farina al vento, vediamoci le foto.

 

La capitale, Colombo, è, come molte grandi città asiatiche, un mix di vecchi edifici fatiscenti e nuovi edifici che sembrano usciti da un film di fantascienza. Il tutto nel solito traffico perenne. Non ho visto molto della città, ma tanto ci dovrò ripassare.

 

Il treno è spesso il modo migliore per spostarsi fra le città.

 

Un signore sul treno.

 

A Galle, una cittadina a sud, fortificata dai coloni portoghesi e olandesi. E’ stata da sempre uno dei porti principali dello Sri Lanka. Il faro che vedete, ancora oggi attivo, è il suo monumento più noto.

 

Il muro della fortificazione che avvolge la città.

 

Bambini.

 

Tessitrice.

 

Alla stazione di Galle.

 

Uccello porta via un filo d’erba per costruire il nido.

 

Come altrove in Asia, i bus sono coloratissimi.

 

Specchietto del bus.

 

Una delle spiagge di Tangalle, sempre a sud.

 

Negozio di frutta.

 

Buddista.

 

Kandy, al centro dell’isola. Dalla fine del XV secolo è stata capitale del Regno di Kandy, l’unico che riuscì a resistere alla dominazione portoghese e olandese. E’ ancora oggi uno dei centri culturali principali.

 

Il volto della statua gigante di Buddha che si intravede in alto a sinistra nella foto precedente.

 

In una fabbrica di tè, di cui lo Sri Lanka è fra i maggiori produttori al mondo. La ragazza mi ha spiegato i vari processi della produzione e mi ha confermato che in linea di massima quello che finisce nelle bustine, anche delle marche famose, sono gli scarti delle parti privilegiate.

 

Operaie della fabbrica di tè.

 

Un’altra statua gigante di Buddha, questa volta al tempio di Ranawana, vicino Kandy.

 

Spesso le statue di Buddha sono all’interno di piccole cripte.

 

Fedeli pregano.

 

E infine, quello che è il più spettacolare dei templi buddisti dello Sri Lanka: il Tempio delle Grotte di Dambulla. E’ un complesso di cinque templi diversi scavati direttamente all’interno di un’unica grossa roccia. I primi templi risalgono a 2000 anni fa, per opera di eremiti buddisti.
Quello nella foto è insieme ad un altro il tempio più spazioso. Gli altri tre invece sono piccolini, ci si entra appena.

 

Sul soffitto in roccia ci sono i dipinti, mentre tutt’intorno ci sono statue e divinità buddiste.

 

L’altro tempio spazioso.

 

Un tempio piccolino.

 

Bene, una puntata molto “buddista” ma, come dicevo, nel centro-sud sono in prevalenza buddisti mentre nel nord-est, dove andrò nei prossimi giorni, sono in prevalenza induisti. Quindi preparatevi a tante divinità indù per la prossima volta. Comunque, oltre a buddisti e induisti ci sono, sparsi omogeneamente, anche tantissimi cristiani e musulmani.

Ok, scriverò di nuovo fra circa due settimane. A presto! :-)

P.S. Alle melenze di San Valentino, noi preferiamo: Dekaro Diario!