Salve amici scacchisti! In questo articolo esamineremo le principali differenze fra noi scacchisti e i nostri amici pokeristi, affinché quando li incontriamo la prossima volta per strada o al bar abbiamo argomenti risolutivi e inconfutabili contro la loro folle e assurda tesi che vuole il poker più bello degli scacchi.
Prima differenza: a quale parola la parola “Scacchi” viene immediatamente associata? Semplice: “Intelligenza”. E a quale parola invece viene associata la parola “Poker”? E’ altrettanto semplice: “Fortuna”. Una differenza non da poco, e che fra l’altro regala a noi scacchisti la possibilità di avere auto-consapevolezza di essere delle mezze pippe, mentre i nostri amici pokeristi continuano, sconfitta dopo sconfitta (e anche sborsando denaro su denaro nel loro caso, altra differenza non da poco) a considerarsi grandissimi e geniali giocatori perseguitati dalla Dea bendata. Patetici.
Altra differenza: quando vediamo famose partite di Grandi Maestri rimaniamo spesso sbalorditi pensando a quello che hanno fatto, in maniera non diversa da come ci sentiamo di fronte a una grande opera d’arte. Quando invece vediamo famose e spettacolari mani di poker non è quella la sensazione che proviamo. Qualunque sia l’esito, non abbiamo mai la sensazione che non avremmo potuto fare lo stesso, a parte forse la padronanza emotiva di rimanere impassibili di fronte a tutti quei soldi. Ha fatto bene a bleffare, gli è uscita una delle carte che ha chiuso il punto, ha avuto grande intuito a foldare una mano forte, ma non proviamo mai i brividi che ci porta, giusto per fare un esempio, un sacrificio di Tal.
Ma la differenza principale è un’altra: la gran parte di noi scacchisti gioca per il gusto di giocare. Anche quando partecipiamo di tanto in tanto a tornei a soldi veri sappiamo che non è certo la conquista del vil denaro il motivo, visto che al massimo possiamo raggiungere qualche piccolo premio. E sempre per la stessa ragione quando perdiamo contro un avversario più forte, ma sapendo di aver creato una bella partita, siamo comunque di solito contenti lo stesso.
Al contrario, la stragrande maggioranza dei pokeristi, se non la totalità, gioca per soldi. Il motivo è solo e semplicemente quello. E con questo siamo quindi giunti alla principale differenza, ovvero una differenza di classe, proprio nel senso marxista del termine: i mercanti e borghesi giocano a poker. Noi aristocratici preferiamo gli scacchi. Yuhuuuuhh
P.S. Le idee dietro questo articolo sono nate alcuni anni fa in questo post: www.dekaro.com/blog/2014/11/torneo-di-scacchi-open-malta-2014-presente/