Estonia, Lettonia e Lituania

Salve amici! Questa volta un brevissimo viaggio in Estonia, Lettonia e Lituania.
Le cosiddette repubbliche baltiche si sentono quasi sempre citate tutte e tre assieme e in effetti la loro storia è molto simile, soprattutto da quando divennero parte dell’impero russo (dal 1721 le prime due dopo un secolo sotto il regno di Svezia, e dal 1795 la Lituania dopo lo smembramento della Confederazione polacco-lituana). Dopo un periodo di indipendenza fra le due guerre mondiali sono state nuovamente occupate dall’impero russo, nella sua variante di Unione Sovietica, fino al 1991 quando hanno ottenuto nuovamente l’indipendenza. Durante entrambe le guerre mondiali sono state anche invase dai tedeschi.

Metto le foto e vi racconto.

 

Chiesetta dietro una porta a Vilnius, Lituania.
Diverse religioni hanno coesistito in Lituania, resistendo a invasori di altro credo e atei. Nonostante secoli di dominazione straniera, le repubbliche baltiche sono riuscite a conservare le proprie tradizioni, la propria lingua, la propria cultura e le proprie religioni, insomma la propria anima.

 

Una stradina a Vilnus nella città vecchia.

 

Edifici fuori dal centro storico.

 

La piazza della cattedrale a Vilnus, con la torre bianca del campanile. Sì, avrete già riconosciuto quell’uomo a destra! E’ proprio lui, il mio amico abruzzese Giammangiato, che avete intravisto due puntate fa (Porto / Azzorre). Ricorderete che è un tipo poco social, quindi potrete trovarlo solo qui, in esclusiva su Dekaro Diario! C’era anche l’altro amico di quel viaggio, Riccardo.

 

Uccello.

 

A Riga, la capitale della Lettonia.

 

Un fiume all’interno di un parco a Riga. Le repubbliche baltiche sono immerse nel verde di boschi e foreste.

 

E a grandissima richiesta dei miei amici (vecchi, nuovi, stretti, solo conoscenti, di ogni luogo, origine e latitudine): le tipiche donne baltiche. In effetti quelli di voi che mi conoscono solo tramite i miei scritti, così pregni di saggezza, penseranno che nel quotidiano sia circondato da persone illuminate, gente colta, raffinata, con cui si discerne di storia, filosofia e arte fra un libro aperto e un caffè. In realtà, per scelta personale, ho invece sempre preferito circondarmi di amici un po’ “popolani” diciamo così, insomma diciamo persone non proprio coltissime e raffinate, ma comunque di cuore. Non ho mai rimpianto questa scelta, ma immaginerete come è stata accolta la notizia che mi recavo nelle repubbliche baltiche, notoriamente popolate da biondone di stirpe selvaggia, e quante ossessive richieste di foto ho ricevuto, cercando invano di far capire loro che non è esattamente il mio stile.

 

Sì, qui perché mi avevano chiesto alcuni particolari anatomici specifici. Scherzi a parte, questa foto mostra l’incredibile e inaspettato caldo che c’è stato durante quella settimana.

 

Ristorante.

 

Di notte.

 

Una stanza del sontuoso Palazzo di Rundale, vicino Bauska.

 

Una delle entrate della città vecchia di Tallinn, Estonia.

 

Le tipiche case baltiche.

 

Orologio sul muro di una chiesa.

 

Piazza Raekoja, la piazza centrale della città vecchia di Tallinn. Essendo giugno il cielo rimaneva un po’ chiaro persino in piena notte.

 

Questa invece è la tipica bestemmia estone, “Ettevaatust soiduk”! Molto volgare.

 

Stradina.

 

Una cascata sul fiume Jagala. Come dicevo, basta allontanarsi di poco dalle città per ritrovarsi fra boschi e natura.

 

Strada.

 

Murale in una ex zona industriale di Tallinn, dove ora sono sorti molti pub e locali.

 

Altro murale.

 

Le torri di guardia sulla cinta muraria che circonda la città vecchia.

 

Infine, piccola disavventura al ritorno. Io e Giamma avevamo già fatto il check-in, con tanto di posto assegnato, quando ci hanno detto che c’era un overbooking, ovvero un trucchetto assurdo per sperare di guadagnare qualcosina in più: vendono più posti disponibili nella speranza che qualcuno non si imbarchi. Sì, è assurdo e credo anche illegale, a parte che non so che senso abbia visto che poi devono pagare albergo, taxi, rimborso (nel mio caso 250 euro) ecc… oltre alla cattiva pubblicità, giusto nella speranza di guadagnare qualcosina nel caso qualcuno non si presenti. Ma si sa, le scelte aziendali ormai riflettono il delirio dei loro manager.
Fra l’altro il biglietto era stato anche costosissimo, il quintuplo di quello dell’andata fatto con la sempre efficiente low-cost Ryanair!
Mi hanno cambiato il biglietto e hanno detto che dovevo attendere all’entrata dell’imbarco fino alla fine. Quando si sono presentati tutti mi hanno annunciato che non potevo partire, senza nessuna possibilità di oppormi alla decisione. Giamma prima di imbarcarsi mi aveva suggerito di tentare un’ultima richiesta, dicendo che non potevo assolutamente perdere quel volo, ma la mia performance ha avuto il solo effetto di far chiamare la polizia quando ho un po’ teatralmente battuto i pugni sul banco del Gate. Comunque, non ci sono state conseguenze. Poi mi hanno mandato in un bell’albergo al centro e il giorno dopo mi hanno messo su un volo della Lufthansa. Ma l’aereo è partito in ritardo e quindi ho perso la coincidenza e sono dovuto restare la notte a Francoforte! Ovviamente anche in questo caso tutto pagato. Dopo due giorni, sono finalmente riuscito a ritornare a Malta.
Che dirvi… non volate mai con AirBaltic!

 

Però, voglio concludere con questa foto in un ristorante a Tallinn con i miei due compagni di viaggio, Giamma e Riccardo. La candelina su cui sto per soffiare rappresenta le 100 nazioni visitate!

 

 

E a grande richiesta (una) la mappa interattiva delle nazioni visitate:


 

Beh, quasi quasi mi fermo qui, forse è tempo di appendere il passaporto al chiodo. Quindi non è escluso che questa sia l’ultima puntata di Dekaro Diario! Non lo so… si vedrà, comunque per ora vi lascio con i versi di Baudelaire:

Per il ragazzo, amante delle mappe e delle stampe,
l’universo è pari al suo smisurato appetito.
Com’è grande il mondo al lume delle lampade!
Com’è piccolo il mondo agli occhi del ricordo!
Un mattino partiamo, il cervello in fiamme,
il cuore gonfio di rancori e desideri amari,
e andiamo, al ritmo delle onde, cullando
il nostro infinito sull’infinito dei mari:
c’è chi è lieto di fuggire una patria infame;
altri, l’orrore dei propri natali, e alcuni,
astrologhi annegati negli occhi d’una donna,
la Circe tirannica dai subdoli profumi.
Per non esser mutati in bestie, s’inebriano
di spazio e luce e di cieli ardenti come braci;
il gelo che li morde, i soli che li abbronzano,
cancellano lentamente la traccia dei baci.

Ma i veri viaggiatori partono per partire;
cuori leggeri, s’allontanano come palloni,
al loro destino mai cercano di sfuggire,
e, senza sapere perché, sempre dicono: Andiamo!
I loro desideri hanno la forma delle nuvole,
e, come un coscritto sogna il cannone,
sognano voluttà vaste, ignote, mutevoli
di cui lo spirito umano non conosce il nome!

 

… E poi, e poi ancora?