Ciao a tutti! Mi trovo di nuovo in Colombia, che ora ripasserò velocemente (perché non l’avevo capita tanto bene) per raggiungere Panama nel Centro America.
Volevo scrivere questa puntata ieri ma visto che il mio blog ha un tono scherzoso e ironico non me la sentivo di fronte alla tragedia di Brindisi. Oggi invece c’è stato il terremoto, però vabè fatemela scrivere comunque prima che avvengano ulteriori catastrofi.
Sull’attentato di Brindisi speriamo di non dover attendere un 10 o 20 o 30 ma anche 40 anni prima di venire a sapere che dietro al gesto di un “folle” c’era in realtà, come sempre, lo stato e i suoi servizi segreti, come ci insegna la nostra triste storia dell’ultimo mezzo secolo.
Ho visto si sospettano anche anarchici greci e si stanno controllando le liste passeggeri delle navi provenienti da lì. Certo, vedete se c’è qualcuno che si chiama Pinellopoulus.
Comunque non voglio parlare di questo, tantopiù che sono già state fatte analisi che condivido, e vi foto-racconto questa mia ultima settimana.
Da Cuenca sono andato a Guayaquil e ho rincontrato Eloisa, la signora conosciuta alla Mitad del Mitad del mundo, quella della foto con gli scarafaggi addosso. Da lì sono ritornato a Quito, dove ho rincontrato Sandra, la ragazza conosciuta nella foresta. Dopodiché ho lasciato l’Ecuador e sono tornato in Colombia, rifacendo quella stessa via dove all’andata mi avevano fatto 3 mega-perquisizioni in un’ora. Stavolta invece non mi ha cagato nessuno, visto che evidentemente nemmeno un dekaro può essere tanto fesso da importare droga in Colombia.
Guayaquil di notte. E’ la prima città dell’Ecuador per numero di abitanti, circa 3 milioni e duecentomila.
Fino a qualche anno fa era una città piuttosto pericolosa e senza nulla di bello. Oggi è più sicura ed è stata rimodernata, soprattutto la zona del Malecon ovvero il lungo fiume e la collina de Las Penas, da dove ho scattato queste foto.
Barche a Playas, una spiaggia (appunto) a circa 60 km da Guayquil dove sono andato con Eloisa. Ho così incontrato l’Oceano Pacifico, che comunque rivedrò in Centro America.
A Playas quasi ogni barca ha il dipinto di un santino o di una madonnina come protezione. E praticamente tutte hanno il simbolo del Barcellona. Però c’è una differenza impercettibile, sul simbolo del Barcellona (vero) ci sono le lettere FCB, su quello fasullo BSC. Infatti il Guayaquil ha spudoratamente plagiato il Barcellona e oltre al simbolo ha addirittura chiamato con lo stesso nome la propria squadra! Purtroppo per loro però non sono riusciti minimamente a plagiare la rosa di calciatori e lo stile di gioco, anche perché per quello… “ce vonn i sord”!!
A rendere ancor più assurdo il tutto, la squadra di Quito ha detto “ah così fate? E allora noi ci rubiamo la maglia!” Che è appunto identica a quella del Barcellona (spagnolo).
Quando le reti dei pescatori sono giunte a riva, è arrivato un gran numero uccelli per mangiarsi i pesci intrappolati.
Un cane corre avanti e indietro cercando invano di scacciare gli uccelli.
Hitchcock ci ha fatto anche un film: Uccelli.
Questo uccello era curioso. Di una specie diversa dagli altri e molto più piccolo, col suo verso terrorizzava uccelli grandi quattro volte lui, facendoli scappare per prendendosi i bocconi più prelibati. Anche di fronte a me mostrava una strafottente impavidità.
L’entrata al Barrio La Ronda, a Quito. Una via piena di locali.
Quito all’imbrunire. Sullo sfondo il Panecillo, una collina che ha sulla vetta una grande statua di una Madonna alata, sempre visibile. Nella foto non è ancora illuminata.
Sono andato lassù con Sandra e abbiamo cenato in un ristorante bellissimo, con una vetrata da cui si vedeva tutta Quito di notte, centinaia di migliaia di lucette adagiate sulle colline.
Io sotto la statua del Panecillo. Ho in mano un bicchiere di “canelazo”, una specie di cocktail caldo con frutta e aguardiente. Al ristorante invece abbiamo bevuto un vino caldo con dentro uno spicchio d’arancia, tipo il vin brulé.
Di nuovo in Colombia, di fronte allo spettacolare santuario de Las Lajas, a Ipiales, al confine con l’Ecuador.
Moltissimi i pellegrini che vengono a visitare il santuario o a chiedere miracoli e guarigioni alla Vergine.
Una strada vicino al santuario.
Ora mi trovo di nuovo a Pasto, una città per qualche motivo snobbata dalla guida “Lonely Planet South America” che la cita solo in una nota su come giungere in Ecuador, mentre invece è bellina e piacevole a starci, sicuramente molto più di altre città a cui sono dedicate diverse pagine.
Rispondo al commento:
Ciao cugino! Hai ragione! Non avevo considerato che c’è l’oziare dell’uomo comune e l’oziare dekariano, non confondiamo il profano col sacro.
Riguardo agli armadilli bianconeri, son fatti così, è inutile starci a pensare. Noi rossoneri, avendo un animo nobile, ci comportiamo all’opposto: discreti nelle (tante) vittorie e vicini alla squadra nelle (poche) sconfitte.
E bandiera rosso-nera (ovvero anarchica) trionferà!
Il premio “miglior commento” va ovviamente, essendo l’unico, a Piergiorgio 2 – la vendetta che così raggiunge di nuovo Lala in testa.