Hei ystävät! La risalita verso nord per raggiungere la foce del Rio delle Amazzoni continua e in questo momento mi trovo a Praia da Pipa, un po’ a sud di Natal, un posto molto piacevole, fatto di tanti localini finto-hippy e, manco a dirlo, spiagge favolose. Prima però vi racconto di Recife e Olinda.
Recife è una città molto grande con una splendida spiaggia su cui si affacciano grattacieli moderni e un fiume che, sfociando, crea diversi canali attraversati da ponti e ponticelli. La parte antica è un misto di chiese, monumenti, edifici coloniali dai colori vivi, brutti palazzoni fatiscenti e tanti tanti mercatini colorati vibranti di musica ad alto volume. Olinda invece, praticamente attaccata, è un piccolo gioiellino coloniale che dal mare sale su una collina. Vi metto le foto.
In primo piano Olinda e sullo sfondo Recife coi grattacieli sulla spiaggia. Ho preferito soggiornare ad Olinda invece di Recife su consiglio di una signoria italiana che ha viaggiato per due anni in queste zone e mi ha dato anche altre dritte, fra cui anche quella di venire qui a Praia da Pipa.
Una delle tante chiese di Olinda.
La prima serata è stata molto bella perché c’era già un clima carnevalesco. Sul bus per Recife avevo conosciuto Antoni, francese, e siamo andati a bere in un locale chiamato la Botega do Vejo dove abbiamo conosciuto due ragazze di Recife, Jani (nella foto con Antoni) e Camilla. E in seguito altra gente del posto.
Un funambolo si avventura sull’abisso (insomma, poco più di 2 metri). Se cadeva ero pronto a citargli un passo del “Così parlò Zarathustra”, ma purtroppo non mi ha dato occasione di sfoggiare la mia cultura.
Ed eccomi lì! Visibilmente contento con le amiche di Recife.
Il tipo mi ha guardato un po’ storto per la foto. Allora gli ho dato un paio di paccarielli sulla faccia e gli ho detto: wayò vir addò e ì sennò allai pur u riest… Se n’è andato moggio moggio.
Recife si prepara per il carnevale.
Uno dei tanti mercatini del centro storico.
Io non sono certo un grande amante della polizia, tutt’altro, ma devo ammettere che in posti come Recife la loro vista non mi è affatto sgradita. Dovete sapere che giusto giusto appena me ne sono andato dallo stato di Bahia la polizia è entrata in sciopero ed è scoppiato il caos più totale, rapine, omicidi (solo a Salvador oltre 50), interi pullman fermati per le strade e saccheggiati. Fra l’altro la stessa identica cosa mi era capitata sempre a Bahia 10 anni fa e in quel caso c’ero: dapprima ad Arraial e Porto Seguro, tutti terrorizzati, e poi a Ilehus dove finalmente lo sciopero finì e i poliziotti poterono togliersi il passamontagna e rindossare la divisa.
No, ho cambiato idea, non mi va tanto di fare il bagno oggi.
Ed eccoci a Praia da Pipa. Il primo bagno l’ho fatto in questa spiaggia, chiamata baia dos Golfinhos, dei delfini. Pensavo che era giusto un nome e invece mentre facevo il bagno eccomi sbucare proprio di fronte un pesciolone gigante (non fate ironie al riguardo) con la pinna sul dorso che poi è sparito sott’acqua. Ora, siccome avevo ancora in mente il cartello della foto precedente per un attimo ho pensato: ecco fatto, qui finisce il buon dekaro. Ma un attimo dopo rieccomelo davanti, chiaramente un delfino. Di lì a poco ne sono sbucati da tutte le parti, bellissimi, con quella nuotata lenta e elegante, mentre di tanto in tanto altri più piccolini (non ho capito se i figlioletti o un altro tipo di pesce) gli saltavano affianco rapidamente. A quel punto tutta la gente dalla spiaggia è venuta in mare per vederli più da vicino e si vede che i delfini sono animali molto socievoli perché sono rimasti molto tempo a nuotarci intorno.
Anche le spiagge di Praia da Pipa, come quelle a sud di Arraial, sono affiancate da rocce rosse a strapiombo. Qui siamo sullo Chapadao, una sorta di ampia spianata sulla roccia con una vista strepitosa sulle spiagge in basso e l’infinito mare.
La spiaggia dell’amore, chiamata anche degli affogati perché purtroppo fa molte vittime con le sue strane correnti.
Seduti sul ciglio di un burrone, ci si perde a guardare il mare che urla e biancheggia, finché il sole tramonte alle spalle.
Bene. Basta così per ora, semmai la prossima volta vi metto altre foto di qui.
Grazie per i commenti. Accetto la critica di Marco e d’ora in poi cercherò di essere più succinto possibile nelle didascalie delle foto, tranne quando si tratta di raccontare un qualcosa al riguardo. Però, almeno, ammettete che il vero motivo è che non ve ne tiene per niente di leggere, vi piace solo guardare le figurine!
Il premio miglior commento va invece a Lala, kiitos, per aver rispettato l’unica regola. D’ora in poi però niente più regole, alééééé, mettete pure i commenti in finlandese, italiano, basco, napoletano o in quello che cacchio volete, però partecipate, sennò mi sembra come se parlassi da solo.
P.S. La neve ha bloccato l’uscita dello scantinato e non ho più viveri né acqua… aiutatemiiii!!!