Sri Lanka – parte I

Salve amici! Rieccomi per la prima puntata di un viaggio che durerà quasi quattro mesi e che molto probabilmente sarà, per vari motivi, l’ultimo viaggio lungo della mia vita. Non mi sono licenziato: l’azienda mi ha concesso 4 mesi, detti “sabbatici”, in cui potrò non lavorare (ovviamente non pagato) per aver raggiunto il quinto anno. Un risultato non da poco e di cui l’azienda non può che andar fiera visto che fino ad ora nessun’altra era riuscita a farmi resistere persino fino a due anni! C’è da dire che il sole e il mare di Malta hanno contribuito non poco a questo traguardo. Per lo stesso motivo, ho anche ricevuto in regalo un buono di 1250 euro da utilizzare per voli aerei. Quindi, a differenza degli altri viaggi lunghi, fatti prevalentemente seguendo un itinerario via terra, questa volta mi vedrete svolazzare come una gioiosa libellula da una petalo all’altro di questa parte di pianeta. Come vedete, anche il mio stile asciutto non disdegna di tanto in tanto qualche colorita metafora.
La prima tappa è lo Sri Lanka, ma non vi dico ancora quali saranno le prossime tappe, lo scoprirete solo viaggiando qui con me su Dekaro Diario! Se però volete raggiungermi fisicamente per un tratto di viaggio assieme, fatemi sapere.

Ora però non scappate per la solita “pillola storica”. Sarò breve. Lo Sri Lanka, ex Ceylon, è un’isola a sud dell’India, lunga 433 km e larga 244 km, con 21 milioni di abitanti.
In linea di massima, è abitata dai singalesi a sud-ovest, in prevalenza buddisti, e dalla minoranza tamil, a nord-est, in prevalenza induisti provenienti dall’India meridionale. Per secoli queste due etnie hanno convissuto, a volte pacificamente a volte facendosi guerra.
Nel XVI secolo è stata colonizzata dai portoghesi, circa un secolo dopo dagli olandesi e infine dagli inizi dell’800 dagli inglesi fino all’indipendenza del 1948.
Con la democrazia la maggioranza singalese ha potuto emanare leggi palesemente discriminatorie nei confronti della minoranza tamil, la quale ha iniziato un movimento indipendentista che ha portato in seguito ad una sorta di proprio Stato non riconosciuto, con proprie leggi, fisco, polizia, ecc…
Nel 1983 è iniziata una guerra civile per l’indipendenza guidata dalle Tigri Tamil (Tigri per la Liberazione del Tamil Eelam, LTTE), che ha utilizzato talvolta tattiche terroriste ed aveva oltre ad un esercito regolare addirittura una propria forza aerea con cui ha bombardato l’aeroporto di Colombo nel 2007.
La guerra civile ha martoriato soprattutto le zone del nord-est abitate dai tamil, a cui si è aggiunta anche la tragedia dello tsunami del 2004, con oltre 40.000 vittime e la distruzione di ampie aree della zona costiera.
Nel 2009 il governo ha sconfitto le Tigri Tamil e un paio di anni dopo ha rimosso lo stato di emergenza.
Bene, e dopo questa breve infarinatura, che tanto già so che volerà via dalle vostre teste come, appunto, farina al vento, vediamoci le foto.

 

La capitale, Colombo, è, come molte grandi città asiatiche, un mix di vecchi edifici fatiscenti e nuovi edifici che sembrano usciti da un film di fantascienza. Il tutto nel solito traffico perenne. Non ho visto molto della città, ma tanto ci dovrò ripassare.

 

Il treno è spesso il modo migliore per spostarsi fra le città.

 

Un signore sul treno.

 

A Galle, una cittadina a sud, fortificata dai coloni portoghesi e olandesi. E’ stata da sempre uno dei porti principali dello Sri Lanka. Il faro che vedete, ancora oggi attivo, è il suo monumento più noto.

 

Il muro della fortificazione che avvolge la città.

 

Bambini.

 

Tessitrice.

 

Alla stazione di Galle.

 

Uccello porta via un filo d’erba per costruire il nido.

 

Come altrove in Asia, i bus sono coloratissimi.

 

Specchietto del bus.

 

Una delle spiagge di Tangalle, sempre a sud.

 

Negozio di frutta.

 

Buddista.

 

Kandy, al centro dell’isola. Dalla fine del XV secolo è stata capitale del Regno di Kandy, l’unico che riuscì a resistere alla dominazione portoghese e olandese. E’ ancora oggi uno dei centri culturali principali.

 

Il volto della statua gigante di Buddha che si intravede in alto a sinistra nella foto precedente.

 

In una fabbrica di tè, di cui lo Sri Lanka è fra i maggiori produttori al mondo. La ragazza mi ha spiegato i vari processi della produzione e mi ha confermato che in linea di massima quello che finisce nelle bustine, anche delle marche famose, sono gli scarti delle parti privilegiate.

 

Operaie della fabbrica di tè.

 

Un’altra statua gigante di Buddha, questa volta al tempio di Ranawana, vicino Kandy.

 

Spesso le statue di Buddha sono all’interno di piccole cripte.

 

Fedeli pregano.

 

E infine, quello che è il più spettacolare dei templi buddisti dello Sri Lanka: il Tempio delle Grotte di Dambulla. E’ un complesso di cinque templi diversi scavati direttamente all’interno di un’unica grossa roccia. I primi templi risalgono a 2000 anni fa, per opera di eremiti buddisti.
Quello nella foto è insieme ad un altro il tempio più spazioso. Gli altri tre invece sono piccolini, ci si entra appena.

 

Sul soffitto in roccia ci sono i dipinti, mentre tutt’intorno ci sono statue e divinità buddiste.

 

L’altro tempio spazioso.

 

Un tempio piccolino.

 

Bene, una puntata molto “buddista” ma, come dicevo, nel centro-sud sono in prevalenza buddisti mentre nel nord-est, dove andrò nei prossimi giorni, sono in prevalenza induisti. Quindi preparatevi a tante divinità indù per la prossima volta. Comunque, oltre a buddisti e induisti ci sono, sparsi omogeneamente, anche tantissimi cristiani e musulmani.

Ok, scriverò di nuovo fra circa due settimane. A presto! :-)

P.S. Alle melenze di San Valentino, noi preferiamo: Dekaro Diario!

Estonia, Lettonia e Lituania

Salve amici! Questa volta un brevissimo viaggio in Estonia, Lettonia e Lituania.
Le cosiddette repubbliche baltiche si sentono quasi sempre citate tutte e tre assieme e in effetti la loro storia è molto simile, soprattutto da quando divennero parte dell’impero russo (dal 1721 le prime due dopo un secolo sotto il regno di Svezia, e dal 1795 la Lituania dopo lo smembramento della Confederazione polacco-lituana). Dopo un periodo di indipendenza fra le due guerre mondiali sono state nuovamente occupate dall’impero russo, nella sua variante di Unione Sovietica, fino al 1991 quando hanno ottenuto nuovamente l’indipendenza. Durante entrambe le guerre mondiali sono state anche invase dai tedeschi.

Metto le foto e vi racconto.

 

Chiesetta dietro una porta a Vilnius, Lituania.
Diverse religioni hanno coesistito in Lituania, resistendo a invasori di altro credo e atei. Nonostante secoli di dominazione straniera, le repubbliche baltiche sono riuscite a conservare le proprie tradizioni, la propria lingua, la propria cultura e le proprie religioni, insomma la propria anima.

 

Una stradina a Vilnus nella città vecchia.

 

Edifici fuori dal centro storico.

 

La piazza della cattedrale a Vilnus, con la torre bianca del campanile. Sì, avrete già riconosciuto quell’uomo a destra! E’ proprio lui, il mio amico abruzzese Giammangiato, che avete intravisto due puntate fa (Porto / Azzorre). Ricorderete che è un tipo poco social, quindi potrete trovarlo solo qui, in esclusiva su Dekaro Diario! C’era anche l’altro amico di quel viaggio, Riccardo.

 

Uccello.

 

A Riga, la capitale della Lettonia.

 

Un fiume all’interno di un parco a Riga. Le repubbliche baltiche sono immerse nel verde di boschi e foreste.

 

E a grandissima richiesta dei miei amici (vecchi, nuovi, stretti, solo conoscenti, di ogni luogo, origine e latitudine): le tipiche donne baltiche. In effetti quelli di voi che mi conoscono solo tramite i miei scritti, così pregni di saggezza, penseranno che nel quotidiano sia circondato da persone illuminate, gente colta, raffinata, con cui si discerne di storia, filosofia e arte fra un libro aperto e un caffè. In realtà, per scelta personale, ho invece sempre preferito circondarmi di amici un po’ “popolani” diciamo così, insomma diciamo persone non proprio coltissime e raffinate, ma comunque di cuore. Non ho mai rimpianto questa scelta, ma immaginerete come è stata accolta la notizia che mi recavo nelle repubbliche baltiche, notoriamente popolate da biondone di stirpe selvaggia, e quante ossessive richieste di foto ho ricevuto, cercando invano di far capire loro che non è esattamente il mio stile.

 

Sì, qui perché mi avevano chiesto alcuni particolari anatomici specifici. Scherzi a parte, questa foto mostra l’incredibile e inaspettato caldo che c’è stato durante quella settimana.

 

Ristorante.

 

Di notte.

 

Una stanza del sontuoso Palazzo di Rundale, vicino Bauska.

 

Una delle entrate della città vecchia di Tallinn, Estonia.

 

Le tipiche case baltiche.

 

Orologio sul muro di una chiesa.

 

Piazza Raekoja, la piazza centrale della città vecchia di Tallinn. Essendo giugno il cielo rimaneva un po’ chiaro persino in piena notte.

 

Questa invece è la tipica bestemmia estone, “Ettevaatust soiduk”! Molto volgare.

 

Stradina.

 

Una cascata sul fiume Jagala. Come dicevo, basta allontanarsi di poco dalle città per ritrovarsi fra boschi e natura.

 

Strada.

 

Murale in una ex zona industriale di Tallinn, dove ora sono sorti molti pub e locali.

 

Altro murale.

 

Le torri di guardia sulla cinta muraria che circonda la città vecchia.

 

Infine, piccola disavventura al ritorno. Io e Giamma avevamo già fatto il check-in, con tanto di posto assegnato, quando ci hanno detto che c’era un overbooking, ovvero un trucchetto assurdo per sperare di guadagnare qualcosina in più: vendono più posti disponibili nella speranza che qualcuno non si imbarchi. Sì, è assurdo e credo anche illegale, a parte che non so che senso abbia visto che poi devono pagare albergo, taxi, rimborso (nel mio caso 250 euro) ecc… oltre alla cattiva pubblicità, giusto nella speranza di guadagnare qualcosina nel caso qualcuno non si presenti. Ma si sa, le scelte aziendali ormai riflettono il delirio dei loro manager.
Fra l’altro il biglietto era stato anche costosissimo, il quintuplo di quello dell’andata fatto con la sempre efficiente low-cost Ryanair!
Mi hanno cambiato il biglietto e hanno detto che dovevo attendere all’entrata dell’imbarco fino alla fine. Quando si sono presentati tutti mi hanno annunciato che non potevo partire, senza nessuna possibilità di oppormi alla decisione. Giamma prima di imbarcarsi mi aveva suggerito di tentare un’ultima richiesta, dicendo che non potevo assolutamente perdere quel volo, ma la mia performance ha avuto il solo effetto di far chiamare la polizia quando ho un po’ teatralmente battuto i pugni sul banco del Gate. Comunque, non ci sono state conseguenze. Poi mi hanno mandato in un bell’albergo al centro e il giorno dopo mi hanno messo su un volo della Lufthansa. Ma l’aereo è partito in ritardo e quindi ho perso la coincidenza e sono dovuto restare la notte a Francoforte! Ovviamente anche in questo caso tutto pagato. Dopo due giorni, sono finalmente riuscito a ritornare a Malta.
Che dirvi… non volate mai con AirBaltic!

 

Però, voglio concludere con questa foto in un ristorante a Tallinn con i miei due compagni di viaggio, Giamma e Riccardo. La candelina su cui sto per soffiare rappresenta le 100 nazioni visitate!

 

 

E a grande richiesta (una) la mappa interattiva delle nazioni visitate:


 

Beh, quasi quasi mi fermo qui, forse è tempo di appendere il passaporto al chiodo. Quindi non è escluso che questa sia l’ultima puntata di Dekaro Diario! Non lo so… si vedrà, comunque per ora vi lascio con i versi di Baudelaire:

Per il ragazzo, amante delle mappe e delle stampe,
l’universo è pari al suo smisurato appetito.
Com’è grande il mondo al lume delle lampade!
Com’è piccolo il mondo agli occhi del ricordo!
Un mattino partiamo, il cervello in fiamme,
il cuore gonfio di rancori e desideri amari,
e andiamo, al ritmo delle onde, cullando
il nostro infinito sull’infinito dei mari:
c’è chi è lieto di fuggire una patria infame;
altri, l’orrore dei propri natali, e alcuni,
astrologhi annegati negli occhi d’una donna,
la Circe tirannica dai subdoli profumi.
Per non esser mutati in bestie, s’inebriano
di spazio e luce e di cieli ardenti come braci;
il gelo che li morde, i soli che li abbronzano,
cancellano lentamente la traccia dei baci.

Ma i veri viaggiatori partono per partire;
cuori leggeri, s’allontanano come palloni,
al loro destino mai cercano di sfuggire,
e, senza sapere perché, sempre dicono: Andiamo!
I loro desideri hanno la forma delle nuvole,
e, come un coscritto sogna il cannone,
sognano voluttà vaste, ignote, mutevoli
di cui lo spirito umano non conosce il nome!

 

… E poi, e poi ancora?