Granada e Leon in Nicaragua e Antigua in Guatemala

Ciao a tutti! Mi trovo in Guatemala, nella splendida Antigua. Vi racconto dall’ultima volta.
Io e Eva siamo stati a Granada quattro giorni, di cui uno al lago Apoyo, formatosi all’interno di un vulcano. Dopo siamo andati a Leon per un paio di giorni e infine in un posto di mare un po’ a caso, tale Pochomil, vicino Managua. Un posto strano, con un mare grigio e minaccioso. Fra l’altro, essendo bassa stagione eravamo letteralmente gli unici due turisti. A Managua siamo rimasti solo un giorno, per prendere il pullman, io verso El Salvador, lei verso il Costa Rica.
Ho ripreso quindi a viaggiare da solo, dapprima ho attraversato El Salvador, fermandomi giusto un giorno nella capitale, San Salvador, non molto da raccontare. E adesso qui ad Antigua, in Guatemala.

Vediamoci le foto.

La cattedrale di Granada. Granada, fondata nel 1524, è probabilmente la più antica città europea in America. Da allora però è stata semi distrutta innumerevoli volte.

 

Un carretto funebre per le strade di Granada. Prima o poi ci toccherà a tutti. Ke vi rattiate o meno.

 

Stazione dei pullman di Masaya.

 

Pullman

 

Nello specchietto.

 

Pullman giallo sotto il cielo blu.

 

Signora.

 

Una strada di Leon, eterna rivale di Granada, la prima liberale, l’altra conservatrice. A secondo del potere politico, la capitale passava dall’una all’altra finché è stata scelta definitivamente la scialba Managua per porre fine alla disputa.

 

Bambino a Leon.

 

Sandino, l’eroe nazionale da cui hanno preso il nome i sandinisti. Fu attivo negli anni ’30 contro le continue invasioni dei marines statunitensi. Fu ucciso a tradimento durante una cena governativa a cui era stato invitato. Dei colori della sua bandiera disse: “E’ rossa su nero. Il nero è la morte. Il rosso la resurrezione”.

 

Una moto con la targa del FSLN (Fronte sandinista di liberazione nazionale), oggi un normale partito al potere. Fu il principale artefice della rivoluzione che nel 1979 si sbarazzò definitivamente della dinastia dei Somoza, spietati e corrotti dittatori appoggiati, naturalmente, dagli Stati Uniti.
La rivoluzione generò uno dei più grandi successi sociali dell’umanità. Il paese in rovine si risollevò in pochi anni. L’analfabetismo scese da oltre il 50% al 13%, la riforma agraria ridistribuì la ricchezza e diede lavoro gran parte dei disoccupati. La sanità fu gratis per tutti ecc… ecc… ma tutto ciò ovviamente era inaccettabile per gli Stati Uniti che crearono, addestrarono e finanziarono i contras, veri e propri gruppi terroristi il cui solo scopo era sabotare la rivoluzione sandinista. Le atrocità dei contras sono indicibili, le torture prima di uccidere persone indifese erano la norma. Il paese precipitò in una guerra civile che provocò oltre 50.000 vittime fra i civili, in un paese di soli 5 milioni di abitanti. Al cui confronto quindi le vittime degli attentati dell’11 settembre sono come gocce nell’oceano. Ma naturalmente, essendo morti nicaraguensi e non statunitensi nessuno ha scritto che si è trattato del “più atroce crimine a cui ha assistito l’umanità”, “il ritorno dell’era delle barbarie”, o cose del genere. No, anzi nei libri di storia l’appoggio ai contras è passato come qualcosa di necessario per salvare la democrazia e la civiltà dal pericolo rosso. Oltre ovviamente ad evitare che l’armata sandinista marciasse verso gli Stati Uniti (non sto delirando io, fu detto davvero!).

 

Ragazze passano in mezzo agli operai.

 

Antigua in Guatemala. Sullo sfondo, tanto per cambiare, un vulcano.

 

Mostra fotografica davanti alla facciata di una chiesa.

 

La prima sera ad Antigua ho conosciuto due simpatiche ragazze: Rita e Sara.

 

Differenze culturali di atteggiamento di fronte alla macchina fotografica.

 

Sempre Antigua.

 

Un incrocio.

 

E ora andate pure, Don Dekaro vi congeda. E mi raccomando, cliccate sul “mi piace”, altrimenti potrebbe essere pericoloso…

 

Grazie a Lala, Wanda e Marco per i commenti e soprattutto a Piergiorgio2 per avermi annunciato la splendida notizia di essere diventato di nuovo zio! :-)
Manda gli auguri a Enzo e Nicla e dai un bacione a Letizia da parte di zio Dekaro.

Riguardo al miglior commento, beh, sicuramente quello di Piergiorgio 2 è quello che mi ha emozionato di più fin dall’inizio del blog, però ricordo di aver promesso a Wanda il premio e quindi va a… Wanda! Quindi un regalino anche per lei quando torno.

Situazione in testa immutata, Piergiorgio 2 la vendetta un po’ sfortunato, attacca e crea grandi occasioni ma il gol non vuole arrivare. Lala, forse un po’ stanca, gioca di rimessa. Staremo a vedere cosa succede nelle ultime puntate.

Bacioni a tutti e abbiate rispetto. Con Don Dekaro non si scherza.

Monteverde, Arenal in Costarica e San Juan, l’isola di Ometepe e Granada in Nicaragua

Rieccomi già sveglio, caldo in stanza, ventilatore che fa più rumore di un Aeroflot, traffico dalla strada ma soprattutto tensione che cresce per la finale. Un paio d’anni fa avevo dichiarato pomposamente che non avrei più seguito il calcio (prova inconfutabile qui), ma purtroppo al cuor non si comanda. Anzi, mi ha fatto un effetto da pentola a pressione e benché voi sapete come sono estraneo a qualsiasi forma di violenza, e lungi da me ogni esaltazione di essa, nonostante tutto se in questo momento mi trovassi di fronte a uno spagnolo una coltellata in panza è assicurata. Anzi meglio ancora: lo butto nella “bocca dell’inferno”, il cratere del vulcano attivo qui vicino a Granada, dove mi trovo.

Vi racconto velocemente questi ultimi giorni, avrete notato che ultimamente scrivo di meno, tanto io scrivo, voi non leggete, facciamo l’arte dei pazzi.
Allora. Da Monteverde sono andato a La Fortuna, un villaggio vicino al lago Arenal, dominato dall’omonimo vulcano. E’ un posto dove è possibile svolgere varie attività.
Un giorno ho fatto trekking sul vulcano e al ritorno, quando era già buio, siamo ripassati per la foresta alla ricerca della più tipica rana costaricana (dopo le foto).
Una delle esperienze più particolari è stata la nuotata in un fiume vulcanico caldissimo, nel mezzo della foresta. Era un po’ surreale fare il bagno in questo flusso continuo di acqua calda, in mezzo agli alberi bui. Le uniche luci erano le nostre torce, che creavano un effetto da discoteca. Intanto, la guida ci preparava i cocktail. Fra i vapori acquei, si vedevano e non vedevano ragazze scandinave che facevano il bagno gioiose, tipo ninfette del bosco. Era tutto un po’ onirico, e vi assicuro che non avevo leccato la ranocchia costaricana! :D

Un paio di giorni dopo ho fatto il rafting, di cui ormai posso definirmi un veterano con un curriculum che vanta esperienze himalayane in Nepal e nel cuore dell’Africa in Uganda. Questo rafting in Costa Rica non è stato molto difficile, benché a un certo punto un paio di ragazzi sul nostro gommone sono caduti in acqua. Gli scenari erano spettacolari, con la foresta selvaggia che scendeva a strapiombo avvolgendo il fiume.

Quindi ho completato una sorta di cerchio, ritornando a San Josè dove ho rincontrato Eva e siamo partiti per San Juan, in Nicaragua dove ci aspettava Aparicio. Lungo il cammino abbiamo anche raccolto un ragazzo tedesco e siamo andati nella magica isola di Ometepe, nel mezzo del lago Nicaragua, con due vulcani di cui uno attivo. Dopodiché Aparicio è tornato in Brasile, io e Eva qui a Granada, mentre il ragazzo tedesco è sparito nel nulla. No, non l’ho sacrificato nel vulcano di Ometepe per propiziarmi il favore degli dei prima della partita Italia-Germania, come già si vocifera.

 

Il vulcano Arenal a La Fortuna, Costa Rica.

 

La più classica delle rane del Costa Rica.

 

L’abbiamo trovata grazie alla guida, seguendo il suo gracchiare.

 

Ranocchietta mia dammi solo un bacetto… vedrai che dopo mi apparirai come una principessa!

 

Il lago visto dal vulcano Arenal.

 

Il rafting in Costa Rica, su un tratto di circa 10 km del fiume Balsa. Abbastanza semplice rispetto ad esempio a quello in Uganda (fotostoria qui). O forse non mi è sembrato difficile perché orami scendere le rapide è per me come passeggiare su un parco inglese in una tiepida serata estiva.
“Eeeeeehhhhh… Sciupòòòòò!”
E sì, vabè, dicevo per dire… sempre ipercritici.

 

“Dekà ma tien n’età ma a vù fnisce ku stè kos?”
Vi dico la verità, la decisione è presa: ancora una ventina d’anni di questi strapazzi e mi ritiro pure io a una vita sistemata. Una mogliettina, una casarella, un po’ di tv la sera, ah a proposito, poi mi dovrete raccontare gli ultimi quaranta anni di un posto al sole così mi metterò al passo con le puntate.

 

Ed eccoci in Nicaragua, a San Juan del Sur. (Da non confondere con San Juan del Norte, che si trova invece ad est, mentre San Juan del Sur sta ad ovest. No, nemmeno io c’ho capito molto).

 

Siamo arrivati a San Juan del Sur il 24 giugno, giusto in tempo per la festa del patrono della città, nonché mio, il buon San Giovanni. Una festa molto alcolica, di tanto in tanto anch’io non disdegno di partecipare alle celebrazioni cristiane, però, come vedete, c’è chi ha esagerato. Non è così che si celebra il mio santo, invierò una protesta ufficiale al Vaticano, oltre a fargli notare che sarebbe tempo di mettersi al passo coi tempi e rinominarla festa di San Dekaro. Martire, aggiungerei.

 

Partita a pallone sulla spiaggia di San Juan del Sur.

 

Questo signore era particolare. Dopo la foto mi ha chiesto l’amicizia su facebook, l’email ecc… Dice di essere dell’interpol e di aver fatto la rivoluzione. Anche se a me pare più sul genere contras.

 

Incredibile questa scimmia ha parlato e ha detto: “Dekà ma che ci fai laggiù, ritorna sugli alberi!”. Eheheh, che autorionia del cacchio.

 

Benvenuti ad Ometepe. Divertimento assicurato.

 

Sul bus.

 

Nello specchietto del bus.

 

Sull’isola di Ometepe, sullo sfondo uno dei due vulcani.

 

La vista spettacolare del vulcano Conception, dall’altro vulcano, Madras, raggiunto a cavallo.

 

Il vulcano Conception.

 

Dopo anni di stagnazione, in Nicaragua l’economia è ritornata molto attiva. Nuove aziende nascono, altre si fondono. E, vedete, dalla fusione della mozzarella e della Motorola è nata la: Mozorola!
Vabe’, non vi ha fatto ridere, pazienza.

 

“Italia desnuda a Alenania y va a la final”. Nel mondo intero la ridicolaggine dei crucchi è pari solo alla gloria dell’Italia.

 

Mercato a Granada.

 

Il vulcano attivo vicino Masaya.

 

Specchietto alla stazione dei pullman di Masaya.

 

Rispondo velocemente ai commenti:

Vabè, rispondere a Eva via blog sarebbe abbastanza assurdo visto che mi sta affianco. Voglio solo far notare che teso come sono in questo momento potrei reagire alla Joe Pesci in quei bravi ragazzi… “I’m funny???!!!”).

Ciao cuginoo!! Non ti preoccupare, il tempo di andare al potere e cambierò una volta per tutte quelle assurde leggi che vietano matrimoni omosessuali e fra cugini (ma c’è quest’ultima?). E dopo vivremo felici e contenti!

Ciao Lala! Sì appunto, come dicevo sopra, mi sono ormai accorto che nessuno mi legge, guardate solo le foto.

E ora il premio miglior commento. Piergiorgio2 ne ha messo uno che di solito avrebbe vinto facile, con una sorta di esaltazione nei miei confronti. Anche quelli di Lala sono belli e ironici. Ma stavolta vince: Eva. Fra l’altro posso darle subito un regalino per il miglior commento.

Vabè, la partita sta quasi per iniziare, speriamo bene, quasi sicuramente quando mi leggerete saprete già il risultato, che in fondo non è davvero importante perché ke vinca o ke perda la Spagna è sempre merda.