Il mercato degli animali, il combattimento dei galli, Quito e la metà del mondo

Ciao a tutti! Stavolta vi foto-racconto il mercato degli animali ad Otavalo, il combattimento dei galli, Quito e la “mitad del mundo”, ovvero dove passa la linea equatoriale, una ventina di chilometri a nord di Quito.

 

Otavalo, di cui vi ho già parlato l’altra volta, in realtà si anima il sabato, quando tutto il centro si trasforma in un gigante mercato, soprattutto indigeno, che dalla piazza Los Ponchos si inoltra nelle vie intorno fino a salire su, praticamente fuori città, dove c’è la parte secondo me più interessante: il mercato degli animali, in cui si vendono appunto maiali, pecore, galline, cani, gatti, alpaca, porcellini d’india ecc…

 

Bambina vende un cagnolino.

 

Altra bambina con cane.

 

Maiale.

 

“Da una certa età in poi ho abiurato l’uso della carne, e verrà il tempo in cui uomini come me considereranno l’uccisione degli animali come oggi considerano quella degli uomini.”
-Leonardo da Vinci

 

Alcune signore erano lì con un solo animale da vendere.

 

Gatti in gabbia.

 

Signora ha acquistato un gattino.

 

Alpaca.

 

Maialini fanno conoscenza.

 

Persone.

 

Porcellini d’india.

 

Bambina accarezza una pecora.

 

Due signore.

 

Il combattimento dei galli è più o meno come l’immaginate o avete visto in qualche film hollywoodiano. Da una piccola porticina nascosta dietro le tende del mercato, si giunge in un luogo sporco e incasinato, con gente un po’ losca, tipi strani, biglietti di dollari che passano avanti e dietro per le scommesse…

Ogni gallo ha un suo allenatore (credo anche proprietario) che lo sprona durante l’incontro e, proprio come gli allenatori di calcio, ognuno ha una suo stile: da chi si scalmana per tutto l’incontro a chi rimane quasi impassibile alla Zeman.
Anche i galli hanno un proprio stile di combattimento: alcuni si agitano e lanciano beccate continuamente, altri invece preferiscono restarsene quasi fermi a schivare, per poi all’improvviso lanciare rapidissime beccate al collo.

La cosa brutta è che l’incontro finisce con la morte di uno dei due galli. Non lo sapevo, altrimenti non ci sarei andato. Però è indubbio che lo spettacolo ha un suo fascino, sembra qualcosa d’altri tempi.

 

L’ultimo combattimento che ho visto è stato il più bello, anche perché è finito in pareggio e quindi entrambi i galli si sono salvati. Guardando i due allenatori, fin dall’inizio ero curioso di sapere chi avrebbe vinto: uno era uno sbruffone esagerato, che aizzava anche il pubblico, l’altro sembrava sul genere saggio orientale, silenzioso e concentrato.
Nei primi minuti in effetti lo sbruffone correva per il ring ancor più del suo gallo, gridandogli e incitandolo con ampi gesti, mentre l’altro allenatore quasi non partecipava.

 

Però, dopo circa 5 minuti, entrambi hanno iniziato a comportarsi similmente, dando giusto qualche consiglio silenzioso ai galli, di tanto in tanto.
A circa tre minuti dalla fine (sui 10 totali) il combattimento è entrato nel vivo, i due galli si pizzicavano con ferocia e violenza, senza quasi più pensare a difendersi mentre tutt’intorno il pubblico s’era acceso. Ci devono stare anche delle regole che non ho capito perché a volte l’arbitro fermava l’incontro, come in un break pugilistico, scatenando proteste di allenatore e pubblico o, viceversa, richieste di interruzione per irregolarità.
All’ultimo minuto i due galli erano ormai stremati e sanguinanti, non ce la facevano quasi più a combattere e anche gli allenatori sapevano che sarebbe finita in parità e non li spronavano più.

 

Quito, la capitale dell’Ecuador, si trova a 2800 metri di altitudine. Qui siamo nel bellissimo centro storico, “la città vecchia”, composto in gran parte da edifici coloniali.

 

Una ballerina a Plaza Grande di Quito, dove c’è il palazzo del governo e quasi ogni giorno ci sono manifestanti che rivendicano i propri diritti o protestano contro scelte governative. Indigeni, animalisti, sindacalisti… Questo era un gruppo di danza tradizionale.
A quanto pare non è raro che il presidente Correa si affacci per discutere direttamente con i manifestanti.

 

Nel centro storico di Quito ci sono tantissime chiese barocche, spettacolari soprattutto all’interno, con uno stile unico, “la scuola di Quito”, creatosi dalla fusione di stili indigeni e spagnoli, anche moreschi. Questa è la chiesa di San Francesco.

 

Eccomi alla “Mitad del mundo”, con un piede in un emisfero ed un piede nell’altro.
“Azz ma allor stu dekar è unu tuost!”
E certo che lo è!

Però a questo punto concedetemi una piccola nota polemica: non ho ancora capito per quale motivo l’Ecuador si è preso questa sorta di “copyright” sulla linea equatoriale. Facendo un veloce controllo sul mappamondo ho visto che passa su almeno 10 stati. Perché allora si è impossessato del nome, del sito “mitad del mundo”, dei vari musei sull’equatore ecc…? D’ora in poi sarò più critico nelle analisi sui luoghi che visito, perché molte cose non tornano.

 

Alla “mitad del mundo” ho conosciuto due signore molto simpatiche di Guayaquil, la seconda grande città dell’Ecuador. Qui stavamo in uno dei piccoli musei lì intorno, dedicato agli insetti e dove ci si può far camminare addosso giganti scarafaggioni ecuadoriani!

“Ae dekà e tu già si biell pò t miett pur i scarrafun ncuoll…”

 

L’esperimento dell’uovo sulla linea equatoriale. L’uovo rimane in equilibrio sulla testa di un chiodo. E in effetti è vero, però non ho mai provato a farlo altrove, quindi non so se sia possibile solo lì, e a dire il vero sono molto scettico. Tentate anche voi e fatemi sapere, mal che va cenate frittata.

“Ma quà cazz e ov Dekà… ma e fnut ku ste strunzat?”

Ragazzi, siete dei grezzi. A voi solo una tipologia di foto piace: fanciulle brasiliane in acqua, quella è l’unica che vi risveglia l’interesse. Ma io sarei dovuto nascere in un altro periodo, ora lo so. La stimolante Parigi di inizio ’900, la California di fine anni ’60, la Firenze rinascimentale, lì avrebbero apprezzato un dekaro… ma voi… che volete apprezzare e in fondo è ovvio che sia così.
Ehhhhh, ora non ve la prendete, l’avevo detto che d’ora in poi sarei stato più critico e polemico, non sfuggirete nemmeno voi alle mie pungenti analisi, sappiatelo. Voi maschi, le ragazze invece mi apprezzano perché hanno il gusto del bello.

 

Rispondo ai commenti.

Ciao Piergiorgio 2 – la vendetta. Sì, quello è il mio segreto! Toglietemi quella mutandina e diventerò come Sansone senza capelli! Il trucco della macchina fotografica lo conoscono, mi è capitato altrove che l’hanno controllata (basta guardare nel mirino, essendo una reflex se c’è qualcosa davanti allo specchio interno non si vede nulla). Ma forse ho trovato un sistema infallibile…

Ciao Lala! Certo, il premio vale anche per quelli vecchi (però non è cumulativo, un solo premio anche per più miglior commenti). Tu fra l’altro hai vinto anche il premio fedeltà che si vince mettendo 5 commenti consecutivi. Infine, sei in testa al campionato con 3 titoli, ma non esultare come stanno già facendo gli juventini… non è ancora finito. ;-)

Il premio miglior commento va a… Piergiorgio 2 – la vendetta! Che raggiunge così appunto Lala in vetta! (No, non l’ho fatto vincere solo per poter fare questa rima). E ora tocca al Milan fare lo stesso.

0 thoughts on “Il mercato degli animali, il combattimento dei galli, Quito e la metà del mondo

  1. A crueldade dos homens com os animais ainda me choca muito… Brigas de galo, gatos amontoados em gaiolas… Mas é cultura e devemos respeitar. suas fotos como sempre LINDAS! Beijos

  2. Per il souvenir, non preoccuparti, basterà uno a commuovermi! Per il mercato e la lotta degli animali…il post più triste dell’anno :( ma con le foto mi hai fatto riprendere alla grande, specie con la Mitad del mundo-luogo comune del luogo non comune :D poi ho da dire una cosa su una foto del vecchio post che mi sono scordata e che ora andrò a scrivere! Baci