Ciao a tutti! In questo momento mi trovo a Olinda, una splendida cittadina coloniale vicino Recife. Sono arrivato ieri sera ed è stata una nottata molto viva perché c’è già aria di carnevale, ho conosciuto diversa gente del posto e in particolare tre belle ragazze, ma di questo vi parlerò la prossima volta.
Dopo Arraial sono giunto a Maceiò, facendo praticamente 24 ore consecutive di pullman. All’inizio pensavo di fare una sosta a Salvador, ma una volta lì mi sentivo abbastanza riposato dato che avevo preso un pullman comodissimo anche se un po’ ciaccoso(*) con il seggiolino che per la notte si è trasformato in un vero e proprio lettino.
[*Ciaccoso = molto costoso. - Etim.= “ciacca”, ovvero: colpo, botta]
Così, risvegliatomi la mattina dopo a Salvador ho cercato subito i pullman per Maceiò, e per risparmiare un po’, visto che si trattava di “solo” 8 ore di viaggio, ho preso quello che costava meno, dall’inquietante nome di TransBrasil, tutto scarcagnato, seggiolini rotti, acqua che gocciolava dal condotto dell’aria condizionata che fra l’altro non funzionava nemmeno. Però in compenso era popolato da gente calorosa che mi ha preso in simpatia in quanto italiano, una cosa che mi ha stupito visto che italiani che viaggiano in Brasile ce ne sono moltissimi. Comunque a un certo punto ero diventato una sorta di attrazione, alla mia destra volevano sapere del mio viaggio, da dietro si affacciava periodicamente come un gufo un tipo per ricordarmi la finale ai mondiali persa ai rigori contro il Brasile nel lontano 1994, ripetendo sempre “E Baggio sbaglia… e Baggio sbaglia…” ma tanto fra due anni ai mondiali qui in Brasile gli facciamo fare la stessa fine dei crucchi ai mondiali in casa loro. E meno male che ho smesso di seguire il calcio. La signora di fronte a sinistra, una volta saputo che non sono sposato, insisteva per farmi conoscere sua sorella ancora nubile e magari pure illibata, che poi questo è un altro mistero, cioè il fatto che in questi viaggi mi trasformo improvvisamente in un buon partito. Infine proprio davanti a me c’era sua figlia, sui 13 anni, con la macchinetta sui denti, che si è fatta quasi tutto il viaggio girata verso di me per fare il verso a tutto quello che dicevo, ridendo e ripetendolo. Per carità, mi aveva preso in simpatia, lo faceva senza cattiveria però dopo un po’ ho iniziato a sentirmi in soggezione, non riuscivo più a sfoggiare con scioltezza il mio mix di portoghese, spagnolo, inglese, italiano e napoletano che comunque, incredibilmente, funziona per farmi comprendere, e quello è l’importante, quella è la funzione di un linguaggio – in questo caso il Dekaranto, come è già stato ribattezzato.
Giunto a Maceiò ho conosciuto un ragazzo piemontese che sta in vacanza lì per qualche mese e insieme siamo andati alle spiagge lì intorno, bellissime, come un po’ ovunque in Brasile. E dopo tre giorni sono venuto qui a Olinda.
Però adesso mi fermo perché già lo so che se vedete troppe parole di seguito senza le figurine in mezzo vi spaventate, cominciate a fremere “oddio oddio è troppo lungo è troppo lungo non ce la farò mai a leggerlo tutto”… e scappate via. E allora piano piano, una foto e un raccontino, un’altra foto e un altro raccontino.
La vista da Arraial col tratto di spiaggia che va verso Porto Seguro.
La spiaggia principale di Arraial.
La piccola laguna, andando verso sud.
Una striscia di sabbia fra fiume e mare.
Astratta (cielo, mare, terra e acqua dolce).
Continuando verso Trancoso, c’è un lungo tratto di spiaggia affiancato da rocce a strapiombo.
Qui invece siamo un po’ a sud di Maceiò, alla Praia do Frances, piacevole, nonostante il nome.
A grandissima richiesta di vari amici (direttamente, su facebook, via email, persino per radio!) eccovi allora una fanciulla brasiliana al mare. E ora non mi rompete più le scatole.
La stessa ragazza entra in acqua con un’amica. Per la par condicio la prossima volta cercherò di mettere un qualche bel brasiliano, così accontento le tante amiche che seguono il blog e che, a differenza dei maschietti, non mi stanno stressando al riguardo.
Un po’ a nord di Maceiò c’è la praia Sirena, chiamata così per quella statua di sirena a destra.
Come vedete, la sirena, essendo brasiliana, ha forme diciamo un po’ più pronunciate rispetto alla collega danese.
Un fiume sfocia vicino la spiaggia.
Sempre la spiaggia della Sirena. Insomma avrete capito che senza spendere troppe parole il Brasile si può descrivere con sole tre: “Abençoado por Deus”. Oltre 8000 km di costa baciata quasi interamente da calde e idilliache spiagge. Meditate gente, meditate.
Ok. La prossima volta vi racconterò di Olinda e, dato il posto, sicuramente non mancheranno belle foto. Grazie per i commenti e però anche voialtri mettetene qualcuno! Vabè anche se non rispettano le regole stabilite, fa niente, chiuderò un occhio. Unica cosa però gradirei, se possibile, che fossero in finlandese (tanto oggi con Google Translate ci si mette un attimo) perché secondo me così si aggiunge quel tocco un po’ più artistico, più originaloide, no? E sennò che arte è? E poi ricordo che da bambino sognavo sempre di andare in Finlandia ma in seguito non ci sono mai potuto andare. Grazie per la vostra collaborazione, vedrete che col vostro aiuto il blog raggiungerà quel livello tale da far sì che nei prossimi secoli, quando i posteri l’analizzeranno, si chiederanno: “ma kisti ke se pigliavano a killi tiempi?” – Si parlerà napoletano perché finalmente il Regno delle Due Sicilie si sarà liberato dal giogo iniziato con l’infame invasione del 1860, avrà conquistato a sua volta il nord, creato la “Libera regione della Padania” dove, con la scusa della rieducazione e del pagamento dei danni di guerra, i nordisti verranno usati come schiavi a beneficio dell’economia del sud, e fra le tante il napoletano sarà la lingua ufficiale. Ma ora sto divagando su temi che esulano da questo blog.
P.S. Il premio “Miglior commento al post precedente” va sicuramente a: Javier Vidal. Semplice, efficace e che rispetta le regole.